lunedì 27 febbraio 2012

Roma Ostia 2012


Partenza della Roma Ostia 2012

Ieri mattina, ultima domenica di febbraio, il vostro tacchino era alle prese con la Roma Ostia 38° edizione, la classica corsa su strada sulla distanza della mezza maratona che porta dall'EUR fino al mare di Ostia.
Impressioni soggettive: mi pareva di essere partito forte per i primi 4 chilometri, per poi soffrire sulla salitona della tenuta del presidente, detta anche "del campeggio", e di dare il meglio nella seconda parte della gara, dalla lunga discesa che comincia dall'undicesimo chilometro fino alla fine, mantenendo un buon abbrivio, anzi mi pareva proprio di aumentare la velocità...
Misure oggettive: quanto sopra è stato smentito dal responso cronometrico ufficiale e dalle rilevazioni parziali. Andavo forte all'inizio, è vero, (media 4 minuti e 20 secondi al km per i primi 5 chilometri), ma poi ho subito un graduale rallentamento man mano che i chilometri scorrevano, fino al traguardo raggiunto ad una media sugli ultimi 5 km di ben 4 minuti e 31 secondi.

Split
Time
min/Km
Delta
min/Km
Km 5
0:21:41
4,20
0:21:41
4,20
Km 10
0:43:43
4,22
0:22:02
4,24
Km 15
1:06:06
4,24
0:22:23
4,28
Arrivo
1:33:39
4,26
0:27:33
4,31
A dimostrazione che le impressioni dell'uomo, ad una misura accurata, spesso risultano fallaci. (Non so se c'entra, ma mi pare di aver letto che circa il 90% dei maschi italici credono di essere superdotati).

Dati: Consueta rassegna delle edizioni passate:
2006: 1 ora 52 min 13 sec
2007: 1 ora 47 min 57 sec
2008: assente per impegni familiari
2009: 1 ora 42 min 18 sec
2010: 1 ora 39 min 03 sec
2011: 1 ora 35 min 54 sec

2012: 1 ora 33 min 39 sec: 4,26 min/km
dalla quale anche il più distratto tra voi potrà notare il nuovo personal best, il quinto consecutivo su questa distanza.

Nota: quest'anno, insieme al pettorale da esporre sulla maglietta, è stato distribuito dall'organizzazione un rettangolino di tela sul quale era stampato in alto "per me la corsa è:" con uno spazio bianco da riempire a proprio piacimento. Ci ho pensato parecchio a cosa scrivere in quello spazio bianco. Ho scartato nell'ordine: fatica, sacrificio, costanza, stomaco e denti, ma anche qualità, ritmo, equilibrio, e infine ho eliminato brodo primordiale, minimalismo, sostanza, valore. Ho optato per quello che mi pareva un buon compromesso tra il concetto di assenza di orpelli e quello di concretezza del sacrificio. E sono andato in giro con questo rettangolino sulla schiena, con su scritto che per me la corsa è essenza. Ma poi al quinto chilometro quella roba già non mi apparteneva più e volevo strapparla via, non si può mica tradurre sempre tutto in una parola, mi dicevo.
Ma se proprio avessi dovuto deciderne una, lì per lì avrei avrei scelto solitudine.

2 commenti:

  1. Non ci vedo nulla di insolito, capita a tutti che più si invecchia e più ci mettono di meno.
    e.

    p.s. scusa la battuta ma sono molto molto molto invidioso!

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  2. Hei Tacchino! Ma che coincidenza: nel 2008 abbiamo fatto lo stesso tempo.

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